
I miei primi vagiti nella fotografia la Koroll 24(Bencini)
La mia biografia
Claudio Vianello racconta un percorso affascinante, intriso di passione per la fotografia e per le arti visive.
La sua storia, che parte dai primi passi con una macchina fotografica, una Koroll 24, regalata dal padre, nelle colonie estive a soli 7 e otto anni, e si evolve in una carriera dedicata all'arte e alla tecnica fotografica.
Da giovane, con l'ingresso al Liceo Artistico di Venezia e i corsi all'Accademia di Belle Arti, si immerge nelle varie discipline artistiche, ma è la fotografia in bianco e nero che lo cattura maggiormente.
L'apertura della sua bottega a Jesolo nel 1973 segna un punto cruciale, dove la fotografia diventa una pratica quotidiana, tra incisioni e sviluppi in camera oscura.
E poi la Nikon FG, acquistata nel 1983 a Dubai, che segna il passaggio definitivo a una nuova era tecnologica nella sua carriera fotografica.
La mia passione per il bianco e nero
La passione di Claudio Vianello per la fotografia in bianco e nero è davvero interessante, soprattutto considerando il suo percorso artistico. Il bianco e nero, infatti, non è solo una scelta estetica, ma una vera e propria filosofia visiva. In un mondo dove il colore domina, lavorare in bianco e nero obbliga l'artista a concentrarsi su altri elementi fondamentali come la composizione, il contrasto, la luce e l’ombra.
Nel caso di Vianello, il bianco e nero sembra essere una direzione che si è evoluta naturalmente dalle sue esperienze nell’incisione e nelle tecniche grafiche, come la litografia e l'acquaforte. Queste tecniche sono anch'esse monocromatiche e pongono una forte enfasi sul contrasto tra luce e ombra, sulle texture e sulle linee. Probabilmente, quando Vianello ha iniziato a fotografare, si è sentito attratto da queste stesse qualità, che conferiscono alla fotografia una forza espressiva unica.
Lavorare in bianco e nero ha anche un effetto potente sulla percezione della realtà: elimina il "rumore" del colore e ci permette di concentrarci sulle forme, sulle emozioni e sui dettagli.
È una forma di astrazione che invita lo spettatore a vedere oltre la superficie, a entrare nel cuore di ciò che viene fotografato.